Sensibilizzazione al Nichel Solfato
ALLERGIA AL NICHEL SOLFATO E ALIMENTAZIONE
Negli ultimi anni vi è un notevole aumento di casi di intolleranza e di allergia al nichel. Fino a poco tempo fa, era valutata solo come allergia da contatto, (che è la situazione più nota). Tuttavia, i cibi hanno una loro importanza nel determinare l’insorgere di tali problemi. Il nichel, infatti, è presente in moltissimi alimenti tra i quali lenticchie, fagioli, cacao, nocciole e liquirizia per citare quelli che ne contengono una buona quantità. Questo metallo in realtà è presente un po’ ovunque, anche nell’acqua del rubinetto, negli alimenti industriali come merendine e pani di vario genere, nel fumo di sigaretta. Nel caso di vera e propria allergia è necessaria l’astensione completa dal metallo, mentre in presenza di intolleranza spesso si giunge a un netto miglioramento dei sintomi con una dieta di eliminazione, che evita tutti gli alimenti a più alto contenuto di nichel, seguita da una dieta di rotazione
I sintomi più comuni sono: dermatiti e pruriti, afte o infiammazioni di bocca e gengive ma possono interessare anche l’apparato grastrointestinale con gonfiori addominali, stanchezza, nausea, mal di testa, sovrappeso. I sintomi, che si possono sviluppare nel tempo, sono determinati anche dalla quantità di nichel che l’organismo ingerisce o con cui viene a contatto.
Cos’è il Nichel Solfato?
Il Nichel Solfato è un metallo bianco-argenteo, che viene largamente usato per ricoprire altri metalli a scopo protettivo e/o decorativo. Lo ritroviamo in una serie di accessori e utensili di utilizzo quotidiano come orecchini, occhiali, monete, bottoni, arnesi da cucina ecc.
Attualmente l'incidenza di questa allergia è stimata nella popolazione dei paesi industrializzati intorno al 10-15%, con punte fino al 20% nelle donne e al 4-7% negli uomini. Il contatto cutaneo con questo metallo può provocare, nei soggetti sensibili, una reazione eczematosa locale che prende il nome di Dermatite Allergica da Contatto (DAC); alcuni pazienti, circa il 20%, possono sviluppare altresì disturbi sistemici (orticaria, angioedema, eczema disseminato) e/o disturbi gastrointestinali (meteorismo, dolori addominali, diarrea, stipsi). Nei casi in cui alla DAC si associano disturbi sistemici, si parla di Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel (SNAS).
Gli studi più recenti hanno identificato la SNAS nel 6% dei pazienti che ogni annosi presentano alle cliniche allergologiche in Europa. E' statopoi dimostrato che un’alta percentuale di pazienti risultati positivi ai test per l’allergia al Nichel Solfato possono avere le reazioni tipiche anche attraverso l'ingestione di cibi che contengono questo metallo.
Purtroppo il Nichel Solfato si trova in numerosi alimenti comuni, che vanno dai cereali come il riso e l'avena a fonti di proteine come fagioli, lenticchie e frutti di mare, passando per alcuni tipi di frutta e di verdura, cioccolato e caffè. A complicare ulteriormente il quadro c'è il fatto che l'acqua potabile può contenere una certa quantità di Nichel Solfato,e che la cottura di cibi acidi in pentole di acciaio inossidabile può aumentare il contenuto di questo metallo nei cibi stessi. Complessivamente, l'assunzione alimentare media di Nichel Solfato è di circa 300-600 mg al giorno, un livello più che sufficiente per provocare sintomi in pazienti sensibili.Negli individui che consumano regolarmente cibi ad alto contenuto di Nichel Solfato l'assunzione giornaliera può essere molto superiore, portando nei pazienti sensibili a un aumento della frequenza e della gravità dei sintomi a causa di una risposta dose-dipendente. Poiché il Nichel Solfato è presente in una grandissima quantità di alimenti di tutto il mondo, le diete a basso contenuto di questo metallo in genere portano ad assumerne comunque un quantitativo giornaliero di almeno 25-35 mg.
Nei casi di allergia al Nichel Solfato può essere utile, qualora non sia indispensabile un trattamento farmacologico, l’utilizzo di sostanze naturali come la zeolite, un minerale naturale di origine vulcanica che ha delle potenti proprietà in grado di legare e successivamente eliminare le tossine dall’organismo quando viene assunta la zeolite agisce (senza essere metabolizzata dall'organismo) come una specie di "spugna" che legail Nichel Solfato, consentendone l'eliminazione con le feci. Nel caso in cui vi sia stata diagnosticata un'allergia o una sensibilizzazione al Nichel Solfato, è necessario eliminare gli alimenti con alte concentrazioni del metallo, per un periodo di tempo che può variare da 2 a 6 mesi (la durata del tempo di esclusione dipende dalla remissione dei sintomi). Una volta avvenuta la desensibilizzazione, potrete introdurre 2/3 alimenti a settimana, senza superare la vostra soglia di sensibilità.